sabato 16 novembre 2013

Forza Italia! Ma per finta

E quindi è rinata Forza Italia. E quindi, dopo la scissione degli ex An, (Crosetto, Meloni & co.) adesso c'è stata la scissione delle ex colombe. Che però, come gli ex An, non si sono staccati sul serio. Perché resteranno dentro il Pdl e resteranno "favorevoli" a Berlusconi. Praticamente una supercazzola.

E quindi Berlusconi potrà, di nuovo, anticipare tutti. Stando all'opposizione potrà fare partire in anticipo la campagna elettorale. Come con Monti l'ultima volta. Però, a differenza dell'ultima volta, avrà anche una bella componente governativa. Fintamente slegata da lui. E quindi oltre a fare la solita campagna elettorale contro tutti sarà anche garantito da tutti.

E poi a dicembre? Dovremmo aspettarci che il futuro segretario del Pd decida di attendere le elezioni con calma? Anche avendo perso qualche mese di campagna elettorale? Anche sapendo che più tempo Berlusconi sta all'opposizione, più sostenitori guadagna? Meglio far saltare il banco, no?

E quindi? E quindi forza, Italia! Ma un po' per finta.

sabato 25 maggio 2013

Contiene Matteo Renzi, consumare responsabilmente

Matteo Renzi piace. Piace trasversalmente, come dicono gli analisti seri. E' evidente, risulta da tutte le indagini ultimamente. Piace, ovviamente, soprattutto al centro e alle fasce al centro più vicine. Come risulta ad esempio dalle "solite" ottime analisi di Ilvo Diamanti il sindaco di Firenze è il candidato segretario preferito tra i sostenitori del PD. Mentre risulta meno "forte" tra gli elettori di SEL e degli altri partiti di Sinistra. Ma nonostante questo Renzi è intenzionato a lasciare la segreteria a qualcun altro, ed entrare in corsa soltanto al momento di una possibile corsa per la candidatura a Premier. Prospettando quindi una divisione tra la segreteria e la candidatura. Prospettando quindi un partito potenzialmente diviso.
Sul Corriere di oggi Angelo Panebianco fa notare questa "strategia che fa tanto Prima Repubblica". Anzi. Che fa tanto DC.
Il fatto che Renzi non voglia prendersi il partito, che non voglia imporgli la sua linea, che non voglia imporre al PD una strada compiutamente riformista viene visto dai più come un errore. Come l'ennesima concessione ad una sinistra "estremista" - intendendo tra l'altro Civati o Barca come estremisti, e già questo e tutto dire. Avere un partito proiettato esclusivamente verso il centro, ancora più verso il centro rispetto a quanto fatto da Walter Veltroni nel 2008, sembra essere l'unica strada per arrivare a quel partito a vocazione maggioritaria, invocato da tutti i cantori della giustezza del bipolarismo. Il PD deve essere riformista, anche a costo di dare il là, alla sua sinistra, ad un nuovo partito.
In tutto questo sfugge qualcosa. Non si capisce perché sia più giusto creare un'altra frattura tra centro e sinistra, invece di cercare di cavalcare la frattura tra destra e sinistra.
Si dimentica, vedendole come delle  etichette, che destra e sinistra rispecchiano fratture sociali (come fa notare ancora Diamanti). Si dimentica che il voto di chi si è ritrovato sommerso dai problemi (reali o "imposti" dai tempi), di chi mette nel lavoro una parte importante della sua vita, il voto di chi si etichetta(va) come "sinistro", è andato al M5S. Questa volta è stato, probabilmente, un voto di protesta. Un voto dato a Grillo da chi non riusciva a vedere nessuno realmente in grado di impegnarsi "per salvare l'Italia che lavora per pochi spiccioli".
Si dimentica, o forse si nasconde, che Veltroni nel 2008 ha perso tanto largamente soprattutto per l'incapacità di mobilitare il suo elettorato potenziale a sinistra, quell'elettorato che ha costretto con la Sinistra Arcobaleno di allora, per la prima volta, i comunisti fuori dal parlamento, elettori potenziali che il PD non è riuscito ad attrarre, che sono caduti allora nell'astensionismo, e oggi sia nell'astensionismo che nel voto di "protesta" al M5S.

Un PD con una segreteria di sinistra, diciamo Civati, sia per mantenere la "moda" della linea giovane, sia perché è "compiutamente di sinistra", e con Renzi candidato alle prossime elezioni, potrebbe, in linea teorica, imporsi questa volta sì a tutto il centrosinistra.
L'elettorato potenziale di Renzi e una parte di quello attuale del M5S possono sovrapporsi. E' quell'elettorato moderno, molto mediale, e generalmente "incazzato". Quell'elettorato che cerca un leader. E vuole un leader nuovo. Vuole una svolta e la vuole carica di carisma.
E anche l'elettorato potenziale del PD di Civati e una parte di quello attuale del M5S possono sovrapporsi. E' quell'elettorato di sinistra. Quell'elettorato che vorrebbe qualcuno che lo ascolti, che mette il lavoro al centro della propria vita. Quell'elettorato indisposto al centro e che spera di trovare un partito impegnato.

Nel PD, o meglio in chi parla del PD, questo non si accetta
Usare Renzi in modo funzionale alle elezioni, usare le sue capacità mediali, carismatiche, per vincere, semplicemente, è vista come un'eresia. Qualcosa che fa troppo prima repubblica. Quasi che Renzi possa accomunarsi a Craxi - non sia mai!
Sfruttare anche le "debolezze" dell'elettore è quasi un insulto. Anche se l'elettore medio non sa che farsene di un partito "compiutamente riformsita". Anche se l'elettore "debole", quello fluttuante, quello indeciso, quello che vota Berlsuconi perché è Berlusconi, non sa neanche cosa voglia dire riformismo, il partito DEVE essere riformista. Anche perdendo la parte sinistra. Che sa cos'è il riformismo, non lo accetta e non lo accetterà.

Ovviamente sono solo teorie, e metterle in pratica è qualcosa di impensabile, soprattutto per un partito come il PD attuale, che non ha mai avuto una prospettiva di lungo periodo, che ha scelto sempre di impegnarsi nel confronto diretto e mai di creare un partito vero, un sentire su cui modellarsi, e modellare i propri sostenitori. Però potrebbe essere una strada. A patto di accettare un Renzi funzionale allo scopo e un PD di sinistra. A patto di accettare che qualcosa del passato può anche salvarsi, modernizzando certo, senza rivoluzioni riformiste. A patto di cercare di fondere insieme Berlinguer e Moro, stavolta sul serio.

lunedì 22 aprile 2013

È un'altra cosa

Quando, da destra o dalla sinistra stesso, dai più laici e moderati, ai più "partigiani", si inizia a lodare la rinnovata competenza e comprensione della sinistra, almeno di una pate della sinistra, nell'aver capito che oggi la necessità era quella di mediare, accordarsi, stare insieme per dare un governo ad un paese allo sbando.
Quando, per legittimare tutto questo, si paragona il gesto responsabile di Bersani ai ripetuti tentativi del Pci, di Moro e Berlinguer, e si paragona la situazione di tensione che diede il via al tentativo di "compromesso storico" all'odierna crisi nazionale (dando al M5S il "compito" di forza sovversiva, antisistema e violenta).
Quando, in definitiva, si dice che questa sinistra si è dimostrata una sinistra responsabile, non si può essere d'accordo.
Quando si legge così quello che è successo si sta parlando di Fioroni, della Geloni, di Letta (Enrico), della Bindi, di Gentiloni, di Franceschini. Il vostro discorso resta valido. Restate tranquillamente convinti di quello che dite, ma cambiate nome al soggetto. Non state parlando di sinistra. La sinistra è un'altra cosa.

sabato 20 aprile 2013

Troppo presto

Le parole che molti sostenitori di Matteo Renzi stanno scrivendo stamattina (qui un esempio), basandosi su ciò che il sindaco di Firenze ha scritto ieri su Facebbok, oltre ad essere evidentemente l'inizio della campagna elettorale interna al Pd, risultano tutte cose scritte e dette in modo estremamente frettoloso.
Ancora non si sa, e credo difficile che si possa sapere in modo chiaro, chi è stato nelle votazioni per il Quirinale ieri a far crollare tutto il progetto costruito nei giorni passati. Il costruire discorsi propagandistici per Renzi adesso è un azzardo che dei "giornalisti" seri non dovrebbero prendere.
Tutti gli articoli e i post scritti a favore dell'ormai sicuro Re del Partito Democratico si basano sull'assunzione di innocenza di Renzi, che ha dichiarato che lui e i suoi avrebbero detto tutto in faccia.
Perché? Perché scrivere già oggi, a cadavere caldo, che Renzi è "innocente"? Ovviamente perché la campagna pro-renzi è già iniziata ( e difendersi moralmente in queste circostanze è fondamentale), e tutti i fendenti che possono essere tirati, mentre gli avversari sono ancora al tappeto, danno un indubio vantaggio. Ma basarsi soltanto sulle dichiarazioni di non colpevolezza del buon Matteo - a proposito, quale colpevole avrebbe il coraggio di dicihiararsi tale, il giorno dopo il delitto? - è un'ingenuità (che ovviamente avrà però successo tra chi già è "innamorato" di lui, in modo più o meno netto).

L'unica cosa da fare adesso è sperare che non siano i renziani ad aver "tradito", altrimenti tutto crolla - di nuovo - e se è già difficile cercare di ricostruire qualcosa parteno dai cocci, ricostruire tutto partendo dalla polvere è impossibile.

mercoledì 17 aprile 2013

A seguire, il PD

Il PD vota Rodotà. Grillo si prende il merito per aver imposto il suo candidato. Il Movimento 5 stelle sale nei consensi.
Il PD non sceglie Rodotà e vota con l'appoggio del Pdl D'Alema, Amato, Marini. Grillo dice che hanno fatto l'inciucio. Il Movimento 5 stelle sale nei consensi.
Il PD decide di eleggere Prodi soltanto con i propri voti. Grillo dice che non hanno rispettato gli elettori a cinque stelle e che vogliono governare da soli (B. è d'accordo con lui). Il Movimento 5 stelle sale nei consensi.
Ogni tanto prendere una posizione chiara prima degli altri pagherebbe anche. Altrimenti si rischia di fare sempre la fine del "gruppone" al Giro d'Italia: «... e a seguire, il PD... »

domenica 14 aprile 2013

Due cose veloci

La prima: perché, come ormai alcuni sembrano dare per certo, il PD avrebbe intenzione di "inciuciare" con Berlusca? O meglio, perché va relativamente bene accordarsi con Berlusca e non va bene accordarsi con Grillo e i suoi?
Ho la sensazione che di qui a breve verrà tirata fuori la questione dell'affidabilità, intesa in questo caso come la capacità del partito - o del politico - di restare partito ed avere almeno un'identificazione chiara. Ora, a parte il fatto che a fidarsi del Pdl davvero non riesco a capire come possano fare, il Pd non da fiducia all'entità politica del M5S, perché troppo fluttuante e poco ancorata a qualcosa. Ma chi fa parte del Pd, ricorda di essersi accordato in precedenza con Mastella a un giro e Bertinotti al giro precedente? No, perché in caso i grillini, sono oro colato.

Seconda cosa: una piccola paura che mi è venuta leggendo un po' di interventi/post di renziani online. Ho la brutta, ma brutta, impressione (in realtà è una certezza abbastanza diffusa) che il Pd con a capo Renzi, e già i renziani adesso, possano ritenere più facile e giusto dialogare con Gianni Letta che con Nichi Vendola.
Giusto per ricordarlo, il Pd dovrebbe essere un partito di SINISTRA, il centro- che spesso gli si mette davanti è - dovrebbe essere - solo un orpello estetico, perché abbiamo deciso da un po' che gli estremismi non ci vanno bene e chi sta al centro è moderatamente consigliabile.