giovedì 14 febbraio 2013

Francesco Costa e lo zompo...

In un pezzo uscito su IL, settimanale del Sole 24 Ore, e disponibile anche qui http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-02-08/dalla-parte-elettore-cambia-163341.shtml?uuid=AbwXAZSH , Francesco Costa, un po' in difesa di Renzi – difesa non credo voluta a dire il vero – un po' in difesa dell'elettorato tutto, spiega perché per l'elettore cambiare partito di riferimento non debba essere considerato un cattivo gesto.

Ecco un passaggio dell'articolo – che va letto interamente, sempre: «In Italia cambiare idea è considerato, nel migliore dei casi, segno di debolezza e incertezza. Nel peggiore dei casi è considerato disdicevole, indizio di qualcosa di sospetto. In un Paese in cui ci si fa vanto di "non accettare lezioni" e si esalta la "coerenza" come la più grande delle virtù, votare una volta a destra e una volta a sinistra è considerato non molto diverso da cambiare squadra del cuore».

Sostanzialmente Costa ha ragione. Sicuramente il “salto di partito” non è di per se sbagliato o cattivo, anzi in molti stati votare una volta conservatore e l'altra progressista è la prassi.

Quello che secondo me Costa non inquadra bene è il contesto generale. Se è vero che in Gran Bretagna, tra Partito Conservatore e Partito Laburista, e negli Stati Uniti, tra Partito Repubblicano e Partito Democratico, non c'è una distanza ideologica così marcata – anche se con Obama e Cameron la forbice si è, almeno programmaticamente, allargata – non credo possa dirsi la stessa cosa tra Popolo delle Libertà e Partito Democratico.

Sostanzialmente gli elettori anglosassoni – o scandinavi – sono “tutti” elettori di centro. Le società molto omogenee non lasciano grandi possibilità a mentalità alternative, mentre i nostri elettori di centro, provenienti magari dalla DC, sono comunque ideologicamente schierati. Già la Democrazia Cristiana detta di sinistra differiva, in alcuni casi non di poco, dalle misure del resto del partito, e così gli elettori al seguito.

L'Italia ha una società, ancora, troppo frammentata - con una quantità sterminata di rotture non precisamente politiche che però sulla politica normalmente si ripercuotono, vedi il classico nord vs. sud - perché un elettore possa considerare due ipotesi intercambiabili, a seconda del momento. Pdl e PD promuovono due idee di società distanti. L'elettore non resta della stessa idea per restare coerente, semplicemente non può cambiare idea perché l'alternativa è troppo distante dalla sua volontà.

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