In
un pezzo uscito su IL, settimanale del Sole 24 Ore, e disponibile
anche qui
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2013-02-08/dalla-parte-elettore-cambia-163341.shtml?uuid=AbwXAZSH
, Francesco Costa, un po' in difesa di Renzi – difesa non credo
voluta a dire il vero – un po' in difesa dell'elettorato tutto,
spiega perché per l'elettore cambiare partito di riferimento non
debba essere considerato un cattivo gesto.
Ecco
un passaggio dell'articolo – che va letto interamente, sempre: «In
Italia cambiare idea è considerato, nel migliore dei casi, segno di
debolezza e incertezza. Nel peggiore dei casi è considerato
disdicevole, indizio di qualcosa di sospetto. In un Paese in cui ci
si fa vanto di "non accettare lezioni" e si esalta la
"coerenza" come la più grande delle virtù, votare una
volta a destra e una volta a sinistra è considerato non molto
diverso da cambiare squadra del cuore».
Sostanzialmente
Costa ha ragione. Sicuramente il “salto di partito” non è di per
se sbagliato o cattivo, anzi in molti stati votare una volta conservatore e
l'altra progressista è la prassi.
Quello
che secondo me Costa non inquadra bene è il contesto generale. Se è
vero che in Gran Bretagna, tra Partito Conservatore e Partito
Laburista, e negli Stati Uniti, tra Partito Repubblicano e Partito
Democratico, non c'è una distanza ideologica così marcata – anche
se con Obama e Cameron la forbice si è, almeno programmaticamente,
allargata – non credo possa dirsi la stessa cosa tra Popolo delle
Libertà e Partito Democratico.
Sostanzialmente
gli elettori anglosassoni – o scandinavi – sono “tutti”
elettori di centro. Le società molto omogenee non lasciano grandi
possibilità a mentalità alternative, mentre i nostri elettori di
centro, provenienti magari dalla DC, sono comunque ideologicamente
schierati. Già la Democrazia Cristiana detta di sinistra differiva,
in alcuni casi non di poco, dalle misure del resto del partito, e
così gli elettori al seguito.
L'Italia ha una società, ancora, troppo frammentata - con una quantità sterminata di rotture non precisamente politiche che però sulla politica normalmente si ripercuotono, vedi il classico nord vs. sud - perché
un elettore possa considerare due ipotesi intercambiabili, a seconda
del momento. Pdl e PD promuovono due idee di società distanti.
L'elettore non resta della stessa idea per restare coerente, semplicemente non può cambiare idea
perché l'alternativa è troppo distante dalla sua volontà.
Nessun commento:
Posta un commento